il mio paese    MONTE PORZIO CATONE

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Don Giuseppe Picco

   1938

 

            VERSO L'ALTARE

Quasi a metà del mese dedicato alla Madonna, precisamente il 14 maggio 1886, a Monte Porzio Catone, ridente castello romano, nasceva dai signori Salvatore Picco ed Ersilia Cupellini un bambino che, tre giorni dopo, riceveva al fonte battesimale della parrocchia S. Gregorio Magno, il nome di Giuseppe.

I suoi genitori, profondamente cristiani, già dall'infanzia lo indirizzarono ad una esistenza illuminata dal Vangelo, guidata dalla fede e vissuta nella carità. Quando superò la fanciullezza ed ebbe terminato le scuole elementari, vedendo la sua inclina­zione agli studi, i suoi genitori nel 1898 domandarono per lui al Card. Serafino Vannutelli allora Vescovo Tuscolano, l'ammissione al Seminario Diocesano di Frascati. Fu accettato e vi compì gli studi del ginnasio. Veramente in quel tempo le lezioni del corso ginnasiale non si tenevano nel Seminario e i seminaristi, ogni giorno scolastico, dovevano sobbarcarsi a fare 2 passeggiate di andata e ritorno da P.zza del Gesù al Colleggio di Mondragone, dove si tenevano il ginnasio ed il liceo. Nel periodo del suo ingresso al Seminario ricevette la Prima Comunione e la Cresima.

Dopo 5 anni di ginnasio e 3 di liceo, iniziò lo studio della filosofia nel convento di S. Bonaventura in Frascati, dove i Padri Minori tenevano collegio e scuole per i loro studenti. Non terminò il corso di filosofia presso i Frati Minori, poiché il Card. Francesco Satolli, grande tomista di quel tempo e primo delegato apostolico negli Stati Uniti d'America succeduto al Card. Vannutelli, conoscendo l'esistenza di una borsa di studio stabilita nell'Almo Collegio Capranica di Roma dalla Signora Me. Caddin, gene­rosa benefattrice di Washington, lo presentò al direttore del Collegio accompagnandolo con questo giudizio: "Giovane di ottima indole e di buona speranza per la vocazione ecclesiastica". Vi entrò il 27 ottobre 1908 e vi stette 5 anni, uno per completare la filo­sofia e 4 per frequentare il corso di teologia presso la Pontificia Università Gregoriana.

Quando aveva cominciato l'anno di filosofia, fu chiamato al servizio militare per adempiere al suo obbligo di leva. Non c'era ancora il Concordato fra la S. Sede e l'Italia, che permette agli studenti avviati al sacerdozio la facoltà di rinviare al 26° anno il servizio militare.

All'inizio dell'ultimo anno di studio, precisamente il 21 dicembre 1912, fu ordinato sacerdote in Roma dal Card. Respinghi, Vicario Generale di San Pio X.

Nel luglio 1913 Don Giuseppe Picco, terminati i suoi studi teologici, lasciò il Collegio Capranica e tornò in Diocesi, mantenendo sempre i contatti sia con i superiori del Collegio sia con i suoi compagni di studio.

CAPPELLANO MILITARE

Allo scoppio della I Guerra Mondiale (per noi italiani 1915-1918) Don Giuseppe fu chiamato in servizio militare per la mobilitazione generale e fu destinato all'ufficio di cappellano militare del 131° Reggimento Fanteria, brigata "Lazio", 29° divisione. Durante questa sua missione di cappellano al fronte, si meritò un encomio solenne dalle superiori autorità per il suo contegno coraggioso col quale affrontò e frenò un ufficiale colpito da un "eccesso di esaltazione", dice l'encomio; ma con parola più semplice dire­mo: "pazzia".

Più tardi fu trasferito all'ospedale da campo n.229 della II Armata e per l'abnegazione dimostrata durante un bombardamento che distrusse un padiglione dello stesso ospedale, meritò la medaglia d'argento con la seguente motivazione: "Picco Don Giuseppe - Diocesi di Frascati - Classe 1886 - da Monte Porzio Catone (Roma) -229° Ospedale da campo - Medaglia d'argento: di servizio in ospedale, durante un bombar­damento aereo notturno che distrusse gran parte di un padiglione, con sereno coraggio ed altruismo, dopo aver messo in salvo numerosi feriti, rimase presso il letto di un feri­to, che per le sue gravi condizioni non poteva essere trasportato al sicuro, allontanando­sene solo dopo cessato ogni pericolo. Vicenza 31 dicembre 1917".

Durante il suo servizio di Cappellano Militare, si mantenne sempre in corrisponden­za con Mons. Alfonso Carinci, rettore del Capranica e nelle sue lettere, conservate nel­l'archivio del Collegio, "rileva una animo veramente sacerdotale, dedito alla preghiera, pieno di generosa abnegazione e molto legato dai vincoli di amicizia con i suoi compa­gni di studio, che ricordava costantemente con affetto".


 

 

 

 

(fonte: Monte Porzio Catone nel suo tempo

-  Annibale Antonelli e Tommaso Ilari  - 1995)